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PREPARARE, REALIZZARE, SCRIVERE L'INTERVISTA

Regole fondamentali: come si prepara e come ci si comporta.

Ada Guglielmino giornalista professionista freelance, giĆ  redattrice di GravitĆ  Zero ci racconta la sua esperienza di intervistatrice mettendo in luce i punti di forza di un’intervista senza dimenticare il lato pratico del lavoro giornalistico.

Che cosa ĆØ una intervista?
Sergio Lepri , giĆ  direttore dell’agenzia Ansa e docente di scuole di giornalismo, la definisce cosƬ:
“Un dialogo tra un giornalista e un interlocutore che lo ha accettato conoscendone gli scopi: rendere pubbliche le sue risposte”.

Secondo la giornalista e critica cinematografica recentemente scomparsa Lietta Tornabuoni:
“Si pongono domande a chi sa qualcosa piĆ¹ degli altri, a chi sa qualcosa di nuovo e di diverso, a chi ĆØ stato testimone di eventi cui gli altri non erano presenti. Attraverso le risposte, anche la comunitĆ  dei lettori viene informata”.

Il punto di partenza dell’intervista ĆØ la preparazione:
“La prima domanda da porsi ĆØ: quali sono le domande giuste le cui risposte interessano il nostro lettore? Ma non basta: perchĆ© dobbiamo conoscere il piĆ¹ possibile sulla persona che andiamo a intervistare.
Non si puĆ² arrivare impreparati, senza neppure sapere cosa ha fatto nella sua carriera.
Oggi, grazie ad Internet, le informazioni si trovano facilmente e in tempi brevi. Io cerco notizie, leggo altre interviste, cerco i filmati su YouTube, perchĆ© il video ĆØ in grado di mettere in evidenza anche gli aspetti umani, aiutandomi a personalizzare meglio le domande.
Spesso i filmati amatoriali possono svelare molto di un personaggio in situazioni piĆ¹ informali ”.

La preparazione comprende la cosiddetta scaletta, dove si decide quali saranno le domande da porre:
“La scaletta non deve essere rigida, ma un punto di partenza per un dialogo con la persona, partendo dalle domande piĆ¹ semplici e dirette per arrivare a quelle piĆ¹ provocatorie. La bravura del giornalista sta nel capire quando saltare una domanda e/o rivolgerne un’altra, in base a come vengono date le risposte o ai tempi concessi per l’intervista.
L’esperienza in questo caso gioca un ruolo importante. Nel mestiere di giornalista si impara molto anche dagli errori”.

Spesso per ottenere una intervista si deve contattare l’ufficio stampa o un portavoce, per esempio quando la persona riveste un ruolo istituzionale o ĆØ famoso.

“In questi casi puĆ² succedere che l’ufficio stampa fissi un tempo limite o che voglia vedere prima la scaletta delle domande. In questo caso il mio consiglio ĆØ di selezionare le domande piĆ¹ importanti, ma nulla vieta durante l’incontro di porne altre se il tempo a disposizione lo consente. L’intervistato puĆ² sempre – ĆØ un suo diritto – rifiutare di rispondere.
L’importante ĆØ essere sempre professionali, ma anche flessibili e in grado di adattarsi alla circostanza”.

Cosa si fa dopo? Come si comincia?

Non dimentichiamo mai che la persona che stiamo intervistando ci sta concedendo il suo tempo e sta condividendo con noi i suoi saperi e le sue competenze, perciĆ² le regole di buona educazione non devono mai essere dimenticate:
“ Lo so che puĆ² sembrare banale, ma in molte occasioni ho visto dei colleghi fare delle figuracce. Presentarsi e qualificarsi ĆØ il punto di partenza. In questo modo l’interlocutore saprĆ  con chi sta parlando e sarĆ  un buon inizio per ottenerne la fiducia”. Ascoltando le risposte bisogna saper cogliere anche la comunicazione non verbale, per capire la reazione dell’intervistato alle domande. “ Sta al giornalista saper creare un clima di complicitĆ , e allo stesso modo saperne cogliere l’eventuale irritazione o la stanchezza”.
Dal punto di vista pratico, le domande “devono essere corte e facili, per quel che ĆØ possibile.
Non corriamo il rischio di fare a tutti i costi gli originali se non ĆØ il caso di esserlo. Seri e professionali, anche con un pizzico di leggerezza, ma solo se il contesto e l’argomento lo permettono”.

Terminata l’intervista, il materiale ottenuto dovrĆ  essere trascritto e “confezionato”.
Spesso in questo caso ĆØ necessario un lavoro di traduzione dell’intervista:
“Consiglio di usare sempre il registratore. La sbobinatura dell’intervista ĆØ di solito un lavoro lungo e noioso, in cui bisogna trascrivere il parlato in uno scritto, snellendo i testi, riportando solo le cose piĆ¹ interessanti senza cambiare il significato”.

L’intervista potrĆ  essere trascritta nella forma domanda-risposta o in forma discorsiva:
“In entrambi i casi si inizia con una breve introduzione su chi ĆØ l’intervistato e in quale occasione si svolge l’intervista.
Nella forma domanda-risposta si riportano in grassetto le domande e in corsivo le risposte, mentre nell’intervista discorsiva, si racconta l’intervista e i pezzi del parlato vengono virgolettati. Una regola non va dimenticata: nel testo usare sempre il Lei, anche se parlando con l’intervistato si ĆØ usato il tu”.
Di tutto il materiale raccolto solo una parte diventerĆ  l’intervista pubblicata e in questa fase sarĆ  importante ricordare eventuali richieste di off the records:
“L’intervistato si puĆ² rifiutare di rispondere alle nostre domande oppure ci puĆ² confidare qualcosa che poi non vuole che venga pubblicato. Questo, a mio parere, va rispettato”.

Una forma differente di intervista ĆØ quella che risulta da una conferenza stampa o da una intervista collettiva, dove i ruoli sono ben chiari, da un lato i giornalisti con le loro domande dall’altra il personaggio pronto a rispondere:
“La conferenza stampa ĆØ un’ottima occasione per avere il personaggio a disposizione. Ma bisogna saper anche cogliere l’opportunitĆ  del ‘dopo’. Se i tempi e l’occasione lo permettono, a volte fuori dall’ufficialitĆ , quando il clima ĆØ rilassato, si possono approfondire alcuni aspetti o porre domande piĆ¹ specifiche”.



Quindi l’intervista richiede preparazione, struttura, professionalitĆ , umanitĆ  ma anche un pizzico di fortuna.Qualche trucco o consiglio pratico?
“Io giro sempre con registratore e taccuino. Il primo mi serve per riportare la terminologia corretta, tanto piĆ¹ importante quando l’argomento ĆØ scientifico o tecnologico, il secondo mi serve per annotarmi impressioni, emozioni, anche solo con parole-chiave.
Se la persona da intervistare ĆØ straniera e c’ĆØ una interprete a disposizione, a meno che non si conosca perfettamente la lingua, ĆØ meglio far lavorare l’interprete. Non solo si evitano errori, ma si guadagna tempo prezioso per prendere appunti e cambiare o formulare nuove domande. Evitiamo anche di dover dimostrare quanto siamo bravi e colti.
Siamo lƬ per porre domande e per ottenere delle risposte, non per fare promozione di noi stessi”.

Non sempre perĆ² ĆØ possibile trovarsi di fronte alla persona da intervistare. Si possono mandare le domande e ottenere le risposte via email?“Io cerco di farlo solo quando tutte le altre strade non sono percorribili, perchĆ© ĆØ una scorciatoia in cui manca l’interazione tra le persone, che ĆØ il vero valore aggiunto di una intervista.
Si possono anticipare le domande, ma oggi con Skype si puĆ² parlare con una persona anche all’altro capo del mondo in video, magari facendo qualche sacrificio con i fusi orari… Invece l’email ĆØ utile per far rileggere l’intervista.
Lo ritengo un gesto di cortesia nei confronti della persona intervistata. E se abbiamo il contatto dell’ufficio stampa, ĆØ altrettanto apprezzato, soprattutto quando si scrive online, inviare il link all’ufficio stampa.
CosƬ si viene inseriti nelle rassegne stampa, che ĆØ anche un modo per aumentare la nostra visibilitĆ ”.



Silvia Caruso, chimico farmaceutico, collabora con la testata GravitĆ  Zero


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