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L'età avanzata delle risorse umane: un freno per la ricerca italiana?

Presentati in anteprima oggi a Torino i dati dell’Osservatorio su “Gli italiani, la scienza e le tecnologie digitali” contenuti nella nuova edizione dell’Annuario Scienza e Società 2011 (Il Mulino), curato da Observa Science in Society e realizzato grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo.

Torino, 23 febbraio. L’Italia è all’ultimo posto nella classifica dei paesi europei con i docenti universitari più giovani. Solo il 16% ha meno di quarant’anni, e oltre la metà (55%) ne ha più di 50.

Crescono leggermente gli investimenti in ricerca e sviluppo, e i risultati delle istituzioni di ricerca italiane nell’ottenere i fondi europei più competitivi.

La ricerca italiana non è per docenti giovani. Solo 16 docenti su 100 hanno meno di 40 anni, a differenza di paesi come Cipro e Polonia, che ne contano più della metà. Anche in Germania, Svezia e Paesi Bassi, la quota di docenti sotto i quarant’anni supera il 40%.

D’altra parte, i ricercatori italiani continuano a ottenere buoni risultati nell’accesso ai finanziamenti dello European Research Council: gli italiani si collocano infatti al terzo posto, per nazionalità con 23 progetti finanziati. Hanno fatto meglio solo britannici (al 1° posto), tedeschi e francesi (al 2° posto).

Questi risultati sono in parte dovuti a ricercatori di nazionalità italiana, ma che lavorano all’estero: l’Italia scende infatti al sesto posto nella graduatoria se si considera il Paese dell’istituzione ospitante.

Si registra anche una lieve crescita degli investimenti in ricerca e sviluppo, sebbene l’Italia resti tra i paesi che spendono meno in questo settore: 1,2% del PIL, la metà della media dei paesi OCSE e un terzo meno di quella europea (UE27).

Secondo Massimiano Bucchi, professore di Scienza Tecnologia e Società all’Università di Trento e tra i curatori dell’Annuario Scienza e Società 2011, “il tema delle risorse umane, e in particolare della loro avanzata età media si conferma come un tema cruciale per la ricerca e l’innovazione in Italia, con un rischio di ‘scoraggiamento’ delle nuove generazioni. Non è forse un caso che gli italiani siano tra i meno convinti, in Europa, che un giovane interessato alla scienza abbia oggi maggiori opportunità di lavoro (47%, contro il 73% degli svedesi e una media europea del 58%)”.

I ricercatori sono quattro ogni mille occupati, contro una media europea (UE27) di quasi sette (6,6) e punte di oltre 16 in Paesi come la Finlandia. Una situazione stabile rispetto all’anno precedente, che vede l’Italia al 32° posto tra i paesi OCSE per numero di ricercatori.

Dal punto di vista della distribuzione regionale, un quinto dei ricercatori italiani lavora in Lombardia, che si distingue anche per la più elevata quota di ricercatori del settore privato e no profit. Nel Lazio, anche in ragione del fatto che vi hanno sede numerose istituzioni nazionali, si concentra oltre il 40% del totale dei ricercatori di istituzioni pubbliche.


L’Annuario Scienza e Società (a cura di M. Bucchi e G. Pellegrini), giunto nel 2011 alla settima edizione, propone in forma sintetica e accessibile una raccolta ragionata di informazioni e dati provenienti dalle più accreditate fonti nazionali e internazionali, utili per comprendere lo stato e le trasformazioni della ricerca e dell’innovazione nella nostra società. Ancora più ampio, quest’anno, lo spazio dedicato alle recenti tendenze nel rapporto tra scienza, media e opinione pubblica: «Gli italiani, la scienza e le tecnologie digitali. Scienza, tecnologia e opinione pubblica in Italia nel 2010», con i nuovi dati dell’Osservatorio Scienza, Tecnologia e Società; «La scienza nei media italiani: tendenze e temi emergenti»; «Giovani e studi scientifici universitari»; «Le culture del cibo in Italia e in Europa. Percezioni, sicurezza e ruolo della ricerca». L’Annuario Scienza e Società è realizzato grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo e pubblicato da Il Mulino.


Per informazioni, tabelle e grafici:
Stefano Corsi, Observa Science in Society,
tel. 0444 305454; 340 7295088;
s.corsi@observanet.it, www.observa.it

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