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Domande e Non-Risposte nella comunicazione scientifica interattiva


Avete mai notato come nella comunicazione scientifica interattiva accade che alle domande piĆ¹ semplici da parte del pubblico corrispondano spesso le risposte piĆ¹ complesse da parte dell’esperto?

O meglio: piĆ¹ la domanda appare semplice agli occhi di chi la pone (ma alle orecchie dello specialista risulta nel migliore dei casi un po’ naif), piĆ¹ la risposta tende ad essere una sorta di non-risposta, trasformandosi piuttosto in un vagone piĆ¹ o meno compresso di argomentazioni che hanno nel loro insieme la funzione, piĆ¹ che di soddisfare in modo puntuale una domanda spesso mal posta, quella di fornire all’interlocutore metodi e strumenti di ragionamento ed interpretazione fondamentali per consentirgli non soltanto di rispondere da solo al quesito posto, ma soprattutto per aiutarlo a “convincersi” che quella fornita sia proprio la risposta corretta.

Ma perchƩ il lettore dovrebbe perdere il suo tempo e dissipare le sue reticenze per lasciarsi convincere di qualcosa?
PerchĆ© dovrebbe lasciarsi guidare per mano in un percorso lungo righe, spesso pagine, quando basta in molti casi cliccare sulrisultato successivo di un motore di ricerca per trovare qualcun altro che strilla a gran voce una risposta netta e decisa, ma non per questo piĆ¹ veritiera?

Mi sono trovato a rispondere piĆ¹ volte alla stessa persona, fra l’altro in possesso di qualche rudimento di chimica, a domande apparentemente del tutto diverse relative alla rimozione di certe macchie, alla diluizione di certi pigmenti o all’estrazione di taluni aromi… finchĆ© ho capito che se io come comunicatore e lui come interlocutore avessimo dedicato qualche minuto in piĆ¹
per comprendere il concetto di affinitĆ  fra sostanze con polaritĆ  analoga, al riproporsi dell’ennesimo quesito analogo forse sarebbe riuscito a trovare autonomamente la risposta corretta. E soprattutto una risposta “ragionata”, non un semplice dato di fatto, aneddotico e un po’ mnemonico come sono molte delle risposte secche fornite da certe modalitĆ  di divulgazione scientifica… scusate l’espressione un po’ “usa-e-getta”.

Sono cosƬ arrivato alla conclusione che una buona e soprattutto responsabile divulgazione scientifica debba avere in sƩ stessa delle finalitƠ almeno in parte formative.

Su questo argomento e sulle sue implicazioni anche “lato colleghi” Chimicare.org – la chimica per i non chimici - ha pubblicato un gruppo di articoli fra loro strettamente interconnessi. A chi volesse approfondire la lettura consiglio in particolare di iniziare con il primo di essi, che si apre proprio con l’incipit di questo intervento: “domande e non-risposte nella divulgazione di base in chimica”.

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