Divulgare è una Questione di Coscienza. La "Scienza" con Carlo Bernardini
Carlo Bernardini, fisico di fama internazionale, dialoga con Nicla Vassallo sull’importanza di una divulgazione scientifica e culturale scevra da influenze dottrinali. Difendere il sapere è una Questione di Coscienza.
Di Nicola Giordanella
Carlo Bernardini, classe 1930, non può lasciare indifferenti: la sua lunga carriera non lo ha ancora messo al riparo dalla voglia di confrontarsi con la realtà, intendendola sia come fenomeno fisico sia come contesto culturale.
La sua passione per la fisica, infatti, nacque ben così, grazie alla passione di grandi scienziati autodidatti, che attraverso il loro prodigarsi per questa materia, compivano una formidabile opera divulgativa: la fisica come obiettivo, quindi, ma anche come strumento. Divenuto poi ricercatore ha lavorato con fisici come Giorgio Salvini, Bruno Touschek e Enrico Persico. Il loro lavoro culminò nella realizzazione dell'anello di accumulazione. Un tassello fondamentale per permettere la costruzione dei grandi laboratori moderni, come quello del CERN di Ginevra.
Carlo Bernardini è stato il protagonista della terza lezione magistrale del ciclo “Questioni di Coscienza” perché la divulgazione scientifica è una Questione di Coscienza: “Oggi è ancora più fondamentale difendere il sapere perché esiste una grande quantità di mistificazioni; sono troppe le scuole di pensiero distruttive, o dispersive, poco legate alle ipotesi sperimentali”.
Nel suo ultimo libro “Incubi diurni , essere scienziati e laici nonostante tutto” (Edizioni Laterza) il ricercatore affronta il problema delle invasioni di campo: ogni ingerenza dottrinale mette in pericolo la democrazia, perché attraverso di essa si chiede di seguire un “sapere”, inventato e/o strumentalizzato da qualcheduno, per esercitare il potere. Tutte le dottrine, secondo l’autore, laiche o religiose che siano, sono fatte ad arte per privare la parte intuitiva, l’invenzione, l’innovazione nei modi di vivere
Non investire in Conoscenza dunque, è privare del diritto civile di poter scegliere. “Bisogna però sapere distinguere tra imparare e capire: anche i bambini imparano, e molto più degli adulti, ma il capire fa la qualità Ho lavorato in ambito prescolare, nelle scuole dell’infanzia – sottolinea Bernardini - luoghi dove spesso i bambini possono attuare strategie induttive per capire e apprendere, secondo la teoria dell’Inferenza Fisiologica, come la chiamava Russell”; poi crescendo, spesso disimpariamo a capire, impariamo e basta.
Incalzato da Nicla Vassallo, il fisico pugliese non risparmia una stoccata ai “filosofi aristotelici”che spesso si schierano contro le avanguardie scientifiche per partito preso “semplicemente perché non conoscono a fondo la materia”. Il punto sta nel fatto che il pensiero scientifico si riconosce perché “anche le piccole scoperte hanno la proprietà di essere generalizzabili, mentre la dottrina, taglia la domanda”, non ammette errori, diversioni.
Il peggiore incubo diurno di Bernardini: “Buttare nei cassonetti i giovani. Dobbiamo aiutarli a ribellarsi – conclude – perché personalmente credo di non aver mai visto un livello così basso di sapere”. Riflessione amara: dal 1930 ad oggi in Italia, qualche cosa è successo…
La sua passione per la fisica, infatti, nacque ben così, grazie alla passione di grandi scienziati autodidatti, che attraverso il loro prodigarsi per questa materia, compivano una formidabile opera divulgativa: la fisica come obiettivo, quindi, ma anche come strumento. Divenuto poi ricercatore ha lavorato con fisici come Giorgio Salvini, Bruno Touschek e Enrico Persico. Il loro lavoro culminò nella realizzazione dell'anello di accumulazione. Un tassello fondamentale per permettere la costruzione dei grandi laboratori moderni, come quello del CERN di Ginevra.
Carlo Bernardini è stato il protagonista della terza lezione magistrale del ciclo “Questioni di Coscienza” perché la divulgazione scientifica è una Questione di Coscienza: “Oggi è ancora più fondamentale difendere il sapere perché esiste una grande quantità di mistificazioni; sono troppe le scuole di pensiero distruttive, o dispersive, poco legate alle ipotesi sperimentali”.
Nel suo ultimo libro “Incubi diurni , essere scienziati e laici nonostante tutto” (Edizioni Laterza) il ricercatore affronta il problema delle invasioni di campo: ogni ingerenza dottrinale mette in pericolo la democrazia, perché attraverso di essa si chiede di seguire un “sapere”, inventato e/o strumentalizzato da qualcheduno, per esercitare il potere. Tutte le dottrine, secondo l’autore, laiche o religiose che siano, sono fatte ad arte per privare la parte intuitiva, l’invenzione, l’innovazione nei modi di vivere
Non investire in Conoscenza dunque, è privare del diritto civile di poter scegliere. “Bisogna però sapere distinguere tra imparare e capire: anche i bambini imparano, e molto più degli adulti, ma il capire fa la qualità Ho lavorato in ambito prescolare, nelle scuole dell’infanzia – sottolinea Bernardini - luoghi dove spesso i bambini possono attuare strategie induttive per capire e apprendere, secondo la teoria dell’Inferenza Fisiologica, come la chiamava Russell”; poi crescendo, spesso disimpariamo a capire, impariamo e basta.
Incalzato da Nicla Vassallo, il fisico pugliese non risparmia una stoccata ai “filosofi aristotelici”che spesso si schierano contro le avanguardie scientifiche per partito preso “semplicemente perché non conoscono a fondo la materia”. Il punto sta nel fatto che il pensiero scientifico si riconosce perché “anche le piccole scoperte hanno la proprietà di essere generalizzabili, mentre la dottrina, taglia la domanda”, non ammette errori, diversioni.
Il peggiore incubo diurno di Bernardini: “Buttare nei cassonetti i giovani. Dobbiamo aiutarli a ribellarsi – conclude – perché personalmente credo di non aver mai visto un livello così basso di sapere”. Riflessione amara: dal 1930 ad oggi in Italia, qualche cosa è successo…
Genova, 3 marzo 2011
Quando un uomo di scienza riesce a trasmettere la "filosofia" per la ricerca, esprime l'insime delle culture!
RispondiElimina