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LE DONNE NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE

Se la prima guerra mondiale è stata tragica per i militari e, più in generale per gli uomini, non lo è stata certo di meno per le donne, rimaste a casa a dover far fronte sia alle loro solite mansioni sia a quelle di cui tradizionalmente si occupavano gli uomini.

Così si può dire che la Grande Guerra è stata combattuta sia nelle linee avanzate sia sul fronte interno.

È un tema di cui poco si è dibattuto in passato, ma che invece in questi giorni, a Roma, presso il Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), ha costituito il fulcro di un interessantissimo Congresso di Studi Storici Internazionali, ideato e organizzato, come ormai ogni anno, dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa.

Nel corso del Congresso, fra le molte relazioni di rilievo di autorevoli docenti universitari e di militari specializzati in ambito storico, ha suscitato il nostro interesse, per affinità di intenti sul piano del comunicazione, la relazione della Dott.ssa Ada Fichera, giornalista e da anni collaboratrice dell'Ufficio Storico dello SMD e di molte riviste di settore del Ministero della Difesa.

Argomento della sua relazione è stato "Nellie Bly, una giornalista in guerra. Cronache dal fronte serbo 1914-1915".

Nellie Bly
Nellie Bly
La Bly, poco nota purtroppo in Italia, è stata una delle più grandi giornaliste dell'epoca, nonché la prima reporter ad andare "embedded" sul fronte serbo allo scoppio del primo conflitto mondiale.

Dopo aver compiuto il giro del mondo in 72 giorni, segnando al tempo un record per la circumnavigazione della Terra, Nellie Bly, americana di origini irlandesi, scrive le sue cronache belliche dal fronte serbo. Partita da Vienna, prosegue per Przemysl e Mitrovica, raccontando l'orrore della guerra, dei soldati feriti, ma anche i dettagli della vita quotidiana degli ufficiali austro-ungarici, sui quali ripone la sua ammirazione, e della vita da reporter.

Lunghi tragitti a piedi, gelo, scarsità di cibo e pochi comfort, caratterizzano le giornate della Bly al fronte.

Così questa giornalista, che oltre ad inventare il giornalismo investigativo si connota come una esemplare cronista nell'Olimpo della storia dell'informazione, ci regala articoli, pubblicati sul "New York Evening Journal", che si definiscono come testimonianze quasi diaristiche della Grande Guerra raccontata per la prima volta da una donna.
Un conflitto visto con i suoi occhi, una "pagina di giornalismo", alla stregua di quella di altre grandi croniste di guerra, quali Edith Warthon e Alice Schalek, che successivamente si "cimenteranno", anche loro magistralmente, nell'informazione dal fronte.

da una articolo di  Gravità Zero

Un momento del Congresso al Centro Alti Studi per la Difesa

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