È ALLARME FAKE NEWS ANCHE IN CAMPO ONCOLOGICO
“Le calamite sul frigorifero e anche il microonde sono cancerogene. Altro che il fumo. A proposito, se sono molti anni che fumate, continuate pure perché tanto smettere sarebbe inutile. E così i lutti e i dolori personali: veri e propri portatori di cancro, come i vaccini. La chemioterapia? Guai! Non è efficace, è dannosa come gli interventi chirurgici e le biopsie, che disseminano i tumori in tutto il corpo.”
La cose grave è la disinformazione unita alla crescente abitudine dei pazienti di fida
rsi più di dottor
Internet e dottor Google anziché di un oncologo in carne ed ossa. È questa solo una piccola
antologia delle innumerevoli falsità ‘oncologiche’ che infestano i social e purtroppo anche tanta
vita reale: neppure la medicina è immune dall’insidioso fenomeno delle fake news, che in questo
campo, però, può comportare rischi decisamente molto più seri per chi vi si imbatte senza i dovuti
filtri: sul piatto, stavolta, ci sono la salute e la vita stessa delle persone. L’allarme viene lanciato da
Women For Oncology, il network delle oncologhe italiane, emanazione di ESMO European Society
for Medical Oncology, che in vista della prossima legislatura richiama a gran voce l’attenzione della
Politica e delle massime istituzioni sul male del momento.
Per questo Women for Oncology, il cui comitato scientifico è composto da nove tra le più
importanti oncologhe italiane, ha organizzato a Montecitorio, per il prossimo 26 gennaio,
l’incontro ‘Donne che curano’: un momento nel quale incontrare i politici nella sede istituzionale
per eccellenza e fare il punto sulle principali sfide cui è chiamata a rispondere oggi l’oncologia
italiana, specie quella al femminile. Oggi chiede soprattutto un impegno, al Governo che verrà
dopo il 4 marzo, di mettere la lotta alle fake news tra le priorità in agenda. Una lotta che le
oncologhe portano avanti ogni giorno nelle corsie degli ospedali di tutto il Paese, mettendo al
centro del processo di cura la comunicazione con il paziente e la sua famiglia. Ora c’è bisogno di
qualcosa in più: occorre stabilire un’alleanza tra l’oncologia, la politica e anche i media. Perché per
vincere il cancro non basta solo la medicina, serve anche una buona informazione.
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